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Nicolei Gupit

A cura di spazioSERRA

Testo critico di Lily Woodruff

 

Visibile dal 09/11/2023 al 14/12/2023

Opening giovedì 09/11/2023 ore 19.00

Stazione Lancetti del Passante ferroviario, Milano

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Nicolei Buendia Gupit (Los Angeles, USA, 1990) è un'artista contemporanea filippino-americana che lavora attraverso installazioni, scultura, pittura e video su temi legati all'appartenenza culturale. La sua pratica multidisciplinare specula sui futuri diasporici e intreccia il rapporto tra ecologie, storie e culture. Gupit ha esposto le sue opere in tutto il mondo in varie sedi artistiche, tra cui Art Fair Philippines a Metro Manila, Filippine; Axis Gallery a Sacramento, CA; ARC Gallery a Chicago, IL; e il Painting Center di New York City, NY. Ha conseguito il BA in Studio Art presso il Williams College nel 2013 e il MFA in Studio Art presso la Michigan State University nel 2022.

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Lily Woodruff (Culver City, USA, 1981) è professoressa associata di Storia dell'arte alla Michigan State University. Le sue ricerche riguardano l'arte contemporanea e la teoria, con particolare attenzione alla critica sociale e istituzionale, all'arte partecipativa, alle pratiche d'archivio, alla storia naturale e all'Antropocene. Il suo primo libro, Disordering the Establishment: Participatory Art and Institutional Critique in France, 1958-1981 è stato pubblicato dalla Duke University Press nel 2020. I suoi articoli, recensioni e traduzioni sono apparsi su Art Journal, Nonsite.org, caa.reviews, ASAP Journal, Tacet Experimental Music Review, Asymmetry Music Magazine e France and the Visual Arts since 1945: Remapping European Postwar and Contemporary Art.

Migrant Belonging(s)

Migrant Belonging(s) è la mostra site-specific di Nicolei Buendia Gupit all’interno di unpostoIMPOSSIBILE, la stagione espositiva di spazioSERRA in cui l* artist* selezionat* astraggono la propria esperienza artistica da uno spazio fisico a un “altrove” incollocabile, attraverso un dialogo continuo tra interno/interiore ed esterno/esteriore. La mostra è visibile da giovedì 9 novembre a giovedì 14 dicembre 2023 presso la stazione Lancetti del Passante ferroviario di Milano.

 

Nicolei Buendia Gupit è un'artista filippino-americana contemporanea che lavora attraverso installazioni, sculture, pittura e video su temi legati all'appartenenza culturale. La sua pratica multidisciplinare indaga i destini diasporici che accomunano popolazioni di tutto il globo, intrecciando relazioni e cibo, storie e culture, alla ricerca di un senso di appartenenza condiviso.

 

La mostra di Gupit Migrant Belonging(s) immagina un luogo di incontro interculturale e interlinguistico dove persone di diversa provenienza condividono le loro storie di migrazione e diaspora. Il suo progetto è il risultato delle interviste fatte dall’artista a migranti e cittadini di seconda generazione provenienti da Albania, Argentina, Brasile, Egitto, Libano, Filippine, Stati Uniti e Vietnam, le cui famiglie hanno deciso di vivere e lavorare in Italia, alla ricerca di una vita migliore. L’installazione consiste in una serie di calchi realizzati in paperclay, che replicano effetti personali che rimandano a storie e racconti di migrazioni, come passaporti, borse, medicine, scarpe, cibo in scatola, portafogli e documenti - oggetti essenziali per trasferirsi in un nuovo Paese, in aggiunta a quelli che ricordano casa, come descritto dagli intervistati. Questi calchi tutti riuniti sopra una grande superficie ricoperta di bamboo fanno luce sugli sforzi compiuti dai popoli della diaspora per sopravvivere e prosperare nel mondo contemporaneo globalizzato. Scrive Lily Woodruff nel testo critico che accompagna la mostra: “Una delle cose che Gupit ha ascoltato ripetutamente intervistando i suoi soggetti è che i loro effetti personali hanno assunto un nuovo significato nel contesto delle loro nuove realtà. Per questo motivo, Gupit è arrivata a descrivere quegli oggetti nei loro nuovi contesti culturali come "brutte copie" di se stessi. Le repliche in paperclay che realizza creano questo effetto di disfunzione”.

 

I racconti degli esuli prendono forma anche in una serie di frasi scritte a mano impresse sulle finestre di spazioSERRA, che riportano le testimonianze e le storie familiari dei protagonisti. 

 

È probabile che molti dei passanti della stazione di Lancetti si riconoscano nelle storie di sacrificio, nelle speranze e nei desideri di un futuro migliore espressi dai calchi di Gupit. L’installazione evidenzia come i protagonisti della diaspora hanno ridefinito cosa significhi appartenere a un luogo e a una comunità, rendendo il senso di appartenenza più fluido, ma allo stesso tempo familiare e universale. spazioSERRA diventa il posto impossibile dove i protagonisti della diaspora - di diverse provenienze e lingue, che condividono la stessa esperienza di non appartenenza - possono incontrarsi e ritrovarsi. “Sebbene gli oggetti replicati da Gupit raccontino le esperienze specifiche di singoli individui, si nota che, nella loro quotidianità, assomigliano a effetti personali che potrebbero appartenere a quasi tutti coloro che vivono nel nostro mondo globalizzato. L'opera presenta un'impressione di continuità più che di differenza. Gli oggetti non significano tanto l'origine quanto la mobilità”.

INDIRIZZO

Via Maloia, 1, 20158, Milano MI

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