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Elias Cafmeyer

A cura di spazioSERRA

Testo critico di Arianna Maestrale

 

Visibile dal 03/11/2022 al 08/12/2022

Opening giovedì 03/11/2022 ore 19:00

Stazione Lancetti del Passante ferroviario, Milano

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Elias Cafmeyer (Bruges, Belgio, 1990) ha avuto l'opportunità di esporre in importanti musei belgi come S.M.A.K. (Gand) ed Extra City (Anversa). Ha realizzato installazioni temporanee per lo spazio pubblico in collaborazione con le città di Anversa e Gand. È stato invitato a prendere parte a diverse mostre personali come artista indipendente da gallerie d'arte come Keteleer e mariondecannière (Anversa) e ha avuto l'opportunità di esporre i suoi lavori in Olanda, Germania e Francia. La personale a spazioSERRA è la sua prima mostra in Italia.

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Arianna Maestrale (Genoa, Italia, 1996) studia e lavora a Genova, dove si è diplomata in Pittura presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti. Ha fondato nel 2019 MIXTA, collettivo curatoriale che si occupa di attualizzare le pratiche artistiche all’interno del tessuto urbano e sociale della città di Genova. Associazione culturale non-profit, è una realtà fluida che concilia approccio etnografico e ricerca artistica, crea situazioni di interazione sociale nello spazio urbano e privato. Cura dal 2019 il progetto Divago, Festival biennale auto-prodotto di arte urbana. Ha fondato, nel 2020, il magazine online wall:out.

Connecting Stations of Past and Present

Connecting Stations of Past and Present è la mostra site-specific dell’artista belga Elias Cafmeyer proposta all’interno di un postoIMPOSSIBILE, la stagione espositiva di spazioSERRA in cui l* artist* selezionat* astraggono la propria esperienza artistica da uno spazio fisico a un “altrove” incollocabile, attraverso un dialogo continuo tra interno/interiore ed esterno/esteriore. La mostra è visibile da giovedì 3 novembre a giovedì 8 dicembre 2022 presso la stazione Lancetti del Passante ferroviario di Milano.

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L'urbanismo e il trasporto urbano sono al centro della ricerca di Cafmeyer, che costruisce un parallelismo tra il traffico cittadino e il modo in cui le persone si organizzano in una società. Indicazioni, regole, cartelli ci indicano cosa fare e orchestrano la mobilità. Cafmeyer, lavorando principalmente con la scultura, è solito creare installazioni site-specific in spazi pubblici; nelle sue sculture utilizza materiali industriali, come il metallo, il legno e il calcestruzzo.

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L’installazione Connecting Stations of Past and Present si compone di pilastri portanti, una macchinetta che vende i biglietti, cartelli segnaletici, un pavimento in PVC: all’interno dell'ex edicola trova spazio la stazione belga di Schaerbeek (in olandese Schaarbeek). La stazione ha molto in comune con Lancetti: è fuori dal centro, ma non lontana da questo, è frequentata da una comunità multietnica, è un posto perduto nell'urbanismo e, come la stazione italiana, rappresenta “casa” per l’artista. Cafmeyer, infatti, è stato coinvolto in una lunga relazione divisa tra la stazione di Bruxelles Schaerbeek e quella di Milano Lancetti, da qui la scelta del titolo.

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Scrive Arianna Maestrale nel testo critico che accompagna la mostra: “L'idea dell'artista è quella di presentare al pubblico passante un "glitch nella realtà", che si percepisca effettivamente come un errore nello spazio-tempo”: in Connecting Stations of Past and Present inversione, giustapposizione e contrasto tra le due stazioni e le due città creano senso di alienazione. SERRA diventa un portale che collega Milano a Bruxelles. I segnali delle due stazioni, distanti ma intersecate l’una dentro l’altra, hanno colori e design diversi e distintivi, ma appartengono entrambi a un immaginario immediatamente riconoscibile.

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Cafmeyer mette in scena un paradosso: dentro SERRA siamo a Bruxelles, sul muro della stazione un poster, con una finta pubblicità del ministero del turismo belga, ci ricorda che siamo in Italia. Scrive ancora Maestrale: “Il fake e l'assurdo sono spesso strumenti per ipertrofizzare alcune problematiche del sistema, e nel nostro caso il manifesto pubblicitario "Visita il Belgio!" indica quanto il funzionalismo che normalizza i nostri spostamenti sia principalmente volto all'economia del turismo (e non, ad esempio, allo sviluppo generativo delle comunità)”. Questo elemento assurdo, che si somma alla contrapposizione tra rigore delle indicazioni di mobilità urbana e rottura nello spazio-tempo attuata dalla presenza simultanea delle due stazioni, ci mostra che nulla è come sembra e la stazione non è reale ed è inaccessibile: il postoIMPOSSIBILE di Elias Cafmeyer.
 

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